Sono passati 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, uno dei periodi più bui della storia dell’umanità. La guerra finì in Europa l’8 maggio 1945, quando la Germania si arrese. Qualche mese dopo anche il Giappone si arrese, mettendo fine al conflitto mondiale.
Tra il 1939 e il 1945 il mondo visse un incubo: la Seconda Guerra Mondiale portò via la vita a più di 70 milioni di persone. Erano uomini, donne, bambini. Soldati mandati a combattere, civili travolti dalle bombe, famiglie spezzate. Uno degli orrori più grandi fu la Shoah: circa sei milioni di ebrei furono uccisi nei campi di concentramento nazisti, semplicemente perché considerati “diversi”. È difficile anche solo immaginare tanto dolore.
Oggi, 80 anni dopo, il mondo si ferma per ricordare. In tante città, Berlino, Roma, Parigi, Londra, Mosca, nel mese di maggio si tengono cerimonie, si accendono candele, si ascoltano storie. Si piange, ma si riflette anche. È un momento per dire: “Mai più”.
Pure l’ONU, nata proprio per evitare un’altra guerra così, ha ribadito quanto sia importante imparare dal passato, anche perché, come ha sottolineato il Segretario Generale António Guterres, facendo un’affermazione molto semplice, ma vera, “non dobbiamo mai dare per scontata la pace”.
Questo anniversario, pertanto, non è solo il ricordo del tempo che fu: è anche un messaggio per il presente. Perché, purtroppo, guerre e odio esistono ancora. Gli storici ci ricordano che sapere cosa è successo nel passato può aiutarci a non commettere gli stessi errori oggi. Studiare la storia non significa solo ampliare le proprie conoscenze scolastiche: è un modo per diventare persone più consapevoli, più umane.
Per questo è necessario che i giovani studino la storia della guerra. In Germania, in Italia e in Giappone le scuole parlano molto del secondo conflitto mondiale e dei regimi totalitari che lo hanno causato in modo che gli studenti capiscano perché la democrazia è così importante.
Con il passare degli anni, purtroppo, sono sempre meno le persone ancora vive che hanno vissuto la guerra. Per non perdere le loro storie molti musei e archivi stanno digitalizzando lettere, video e racconti.
Ad esempio, il Museo dell’Olocausto di Washington e il Museo della Guerra di Londra hanno creato archivi online accessibili a tutti. Anche in Italia l’Istituto Parri ha realizzato una raccolta digitale di testimonianze dei partigiani. E’ fondamentale conservare la memoria di coloro che hanno vissuto gli orrori della guerra e di quelli che hanno combattuto per ristabilire in Europa la pace e la libertà: sono testimonianze che hanno un’alta funzione civile e culturale.
L’80º anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, dunque, è un momento importante: serve a ricordarci quanto sia preziosa la pace e quanto sia pericolosa l’intolleranza. Ricordare non significa restare nel passato, ma imparare a costruire un futuro migliore.
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