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A. Camilleri: la voce siciliana che ha conquistato l’Italia (e il mondo)

Immagine in evidenza tratta dal web

Andrea Camilleri è stato uno degli scrittori italiani più amati tra la fine del 900 e l’inizio degli anni 2000, anche se la sua attività artistica e letteraria si snoda lungo tutta la seconda metà del XX secolo.

Camilleri nasce a Porto Empedocle nel 1925 e già in tenera età si rende conto dell’importanza che avranno le parole e la scrittura nella sua vita.

Dopo aver conseguito la maturità classica, decide di dedicarsi alla regia teatrale e viene ammesso all’Accademia nazionale d’arte drammatica, unico allievo regista del maestro Orazio Costa, uno dei maggiori esponenti dell’opera teatrale europea.

Grazie ai suoi insegnamenti e alla passione coltivata in questa professione, comincia a lavorare in RAI a partire dagli anni 50 come regista teatrale e autore televisivo in RAI e continuerà a collaborare con il servizio pubblico radiotelevisivo per tutta la vita.

Il successo però arriverà solo negli anni 2000 grazie alla produzione cinematografica, trasmessa in oltre 65 paesi, dei suoi 28 romanzi de “Il commissario Montalbano” con oltre 30.000 copie vendute e traduzioni in 40 lingue diverse.

Nell’arco della sua vita però si concentra anche nella stesura di poesie, in quanto sin da bambino le raccolte poetiche suscitano in lui emozioni difficili da trovare e replicare.

Definire Camilleri un semplice scrittore è riduttivo, era un vero e proprio intellettuale capace di fondere in un’unica opera: ironia, contesti sociali, amore e verità scomode; al centro si trova sempre la “sua” Sicilia descritta nel modo più vero possibile non solo da un punto di vista geografico e paesaggistico, ma anche attraverso la cultura, i personaggi e le loro storie.

Scrivere, per lui, deriva dal bisogno di esprimere un qualcosa che si trova dentro di noi e di cui a parole sarebbe impossibile liberarsi; in un’intervista ha anche confessato che era di veloce scrittura, ma di lento pensiero, poiché voleva che tutto fosse il più chiaro possibile, soprattutto visto che le sue opere si raccontano da sole e hanno una narrazione parlata e scorrevole come se fosse lui stesso a farlo.

Altra caratteristica importante nella sua scrittura è il linguaggio usato, che si ispira a una frasa di Pirandello: “Di una cosa l’italiano ne esprime il concetto, della medesima cosa il dialetto ne esprime il sentimento”, da qua le sue opere vengono composte utilizzando un mix di italiano, siciliano e a volte parole coniate da lui stesso.

A differenza di molti, nonostante il successo, Camilleri rimane se stesso, un uomo umile, libero grazie alla scrittura ed è proprio questo ciò che lui voleva trasmettere, oltre a tutti gli altri temi: la profonda fiducia che nutriva nei confronti delle persone e l’importanza di vivere la vita nella sua intera pienezza; proprio per marcare questo concetto, conserva il romanzo “Riccardino”, che, nonostante  la sua stesura fosse stata completata nel 2005, decide di pubblicare solo dopo la sua morte, poiché riflette sull’importanza del raccontare, del tempo che passa e della vita.

In sintesi, Andrea Camilleri è amato non solo per il suo talento come scrittore, ma per la sua straordinaria capacità di raccontare la vita con sincerità, ironia e umanità; attraverso le sue opere è riuscito a unire cultura e sentimento, dando voce in particolare alla Sicilia autentica e complessa che lui vedeva, ma anche a temi come la giustizia, l’amore e la libertà.

Il suo linguaggio originale ha reso le sue storie vive, vere e vicine al lettore, trasmettendo emozioni profonde.

Camilleri è stato un intellettuale capace di far riflettere senza mai rinunciare al sorriso, e proprio questa sua umanità sincera lo ha reso amato dai lettori di tutto il mondo: ancora oggi le sue opere continuano a parlarci, perché in ognuna di esse c’è la sua voce, la sua Sicilia e la sua profonda fiducia nella vita e nelle persone.

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