L’8 dicembre si festeggia l’Immacolata Concezione, ricorrenza che ha origine da un dogma religioso.
Scopriamo insieme le origini e le tradizioni di questa giornata.
L’immacolata concezione è un dogma della Chiesa Cattolica divulgato da papa Pio IX l’8 dicembre del 1854. Esso dichiara che la Vergine Maria è stata preservata dal peccato originale sin dal momento del suo concepimento, per poter essere degna di accogliere nel suo grembo Gesù Cristo.
Due apparizioni mariane, identificate dalla Chiesa Cattolica, sono considerate come un accertamento di questo dogma. Nella prima apparizione, avvenuta il 27 novembre del 1830 a Parigi, Maria apparve a Catherine Labouré; successivamente quest’ultima fece coniare una medaglia con le parole udite durante l’apparizione: “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi”. Durante la seconda apparizione, avvenuta il 25 marzo del 1858 a Lourdes, la Vergine si presentò a Bernadette Soubirous con le parole “Io sono l’Immacolata Concezione”.
Per questa festività, esistono diverse tradizioni.
Per esempio, in diverse località della Toscana, in Molise, in Abbruzzo, in Basilicata, in Puglia e in Calabria avviene un rito antichissimo: l’accensione dei falò in onore della Vergine Maria. Anch’esso ha origine dal dogma divulgato da papa Pio IX: quando il cielo si riempì di una meravigliosa luce, identificata come la presenza di Maria. In Puglia i falò, detti fanoje, rappresentano i panni di Gesù asciugati dal fuoco. In Basilicata, i falò sono accompagnati dalla preparazione di una pasta, chiamata Lagn Chiappout, condita con vino cotto, noci, mandorle, pinoli e uva passa che conferiscono ad essa un sapore dolciastro. In Sicilia, i falò riportano il ricordo della martire sopravvissuta al rogo, divenuta simbolo di resistenza e speranza.
Un’ altra tradizione tipica dell’8 dicembre è l’allestimento dell’albero di Natale.
Esistono molte leggende sull’origine di questo simbolo natalizio. Una di queste risale a San Bonifacio che, il 24 dicembre dell’anno 723, affrontò dei pagani a Geismar, che si erano ritrovati sotto la “Sacra Quercia del Tuono” per eseguire un sacrificio umano in onore del dio Thor. Mentre stavano dando inizio al rituale, Bonifacio disse: “Ecco la Quercia del Tuono, è qui la Croce di Cristo che spezzerà il martello del falso dio, Thor”; e agitando un’ascia scatenò un vento talmente forte che sradicò l’albero e lo ruppe in quattro parti. Successivamente Bonifacio indicò un abete posto oltre la quercia e dichiarò che da quel momento quello sarebbe stato il loro albero sacro, nominato “l’albero di Cristo bambino”. Intorno ad esso ci si doveva riunire esclusivamente per atti d’amore perchè le loro case erano costruite proprio con quel legno. Per di più, le foglie sempreverdi dell’abete portano il significato della vita senza fine. Infine, il capo del villaggio, dopo aver prestato attenzione al discorso di San Bonifacio, portò in casa un abete e lo decorò con alcune candele. Tuttavia, non esistono motivi particolari che colleghino questo giorno con la preparazione dell’albero, ma si è unita questa tradizione con quella del presepe, che viene allestito proprio l’8 dicembre.
La festa dell’Immacolata viene celebrata anche in altri paesi. Per esempio in Spagna, a Sviglia, si esegue il ballo dei seises: i ragazzi che fanno parte del coro ballano davanti all’altare della Cattedrale. In Francia, a Lione, in questa giornata ricorre la Festa delle Luci. Secondo una leggenda, la città avrebbe chiesto la protezione della Vergine Maria contro la peste nel 1643 e in cambio l’avrebbe onorata attraverso la costruzione di una statua sulla collina di Fourvière. L’8 dicembre del 1852, l’inaugurazione della statua fu compromessa dal maltempo ma, miracolosamente, il cielo si schiarì. Così, per ringraziare la Vergine gli abitanti illuminarono le loro finestre con delle candele.
In Messico, la Festa dell’Immacolata viene introdotta nelle posadas, processioni dell’Avvento che commemorano il viaggio di Maria e Giuseppe in cerca di un alloggio. Condotti da bambini travestiti da angeli, la processione finisce con la scena del rifiuto dell’oste. Successivamente la festa prosegue assaporando bevande e dolci tradizionali.
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