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La persecuzione delle streghe

CURIOSITA'

La caccia alle streghe si svolse nel periodo del Medioevo ed ebbe tre ondate: la prima tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Seicento, la seconda dal 1480 al 1520 e l’altra dal 1560 al 1650.

La persecuzione causò tra le 35 000 e le 100 000 vittime e le ultime esecuzioni di persone condannate per stregoneria, in Europa, si sono verificate nel XVIII secolo.

I condannati per stregoneria erano per lo più donne, perché si tendeva a voler eliminare il loro ruolo quasi da guida. Moltissime donne si occupavano della salute e gli uomini imparavano da loro, fatto che era inammissibile per la società medievale e patriarcale, che riconosceva alla donna solo un ruolo subalterno.

La stregoneria e la magia, fino all’inizio del XV secolo, furono considerate reati gravi dalla Chiesa cattolica. Le “streghe” erano accusate di stregoneria e di eresia contro i dogmi religiosi, giudicate senza processo e sottoposte alla tortura.

Fu il Papa Innocenzo IV  ad autorizzare la pratica della tortura nel 1252 al fine di estorcere “confessioni” da tutti coloro che erano sospettati di stregoneria.

Le torture messe in pratica erano varie, così come i modi di togliere la vita alle “streghe”.

Ecco di seguito alcuni esempi:

la privazione del sonno: gli accusati di stregoneria venivano tenuti svegli per quaranta ore in modo che la persona si trovava in uno stato talmente confusionario che, solitamente, confessava il proprio “legame con Satana”.

L’Ordalia dell’Acqua: questa tortura consisteva nell’immergere l’accusato in un fiume legato ad una sedia e osservando se riuscisse a resistere senza annegare: se non annegava era una strega.

Il pungolamento e il raschiamento: la pelle dei sospettati veniva pungolata per trovare un punto insensibile che rappresentava la prova di un patto con il diavolo.

Lo schiacciamento progressivo: la vittima veniva ricoperta di pietre sempre più pesanti fino ad obbligarlo a “confessare”.

Il rogo la vittima veniva legata  ad un rogo costruito con paglia e legno per dargli mentre la vittima era ancora in vita. Si  credeva che una sorta di giudizio divino avrebbe risparmiato le persone innocenti.

L’impiccagione: la vittima veniva appesa al collo con una corda che veniva tirata su da un addetto, fino alla morte dell’accusato per strangolamento. In alcuni casi si costruiva una sorta di palco scenico dove veniva poi fatta cadere la strega e, spesso, capitava che, al momento dell’impiccagione, il collo delle vittime si rompesse lasciando uno spettacolo macabro.

Uomo o donna, chiunque costituisse una minaccia alla ricchezza e al potere costituito o semplicemente alla struttura sociale del tempo veniva eliminato con delle procedure finalizzate ad  infondere il terrore tra la popolazione.

Le più esposte a questo tipo di condanna erano le donne anziane, magari senza un marito, dei figli e che vivevano un po’ isolate, erano uno dei bersagli prediletti dell’Inquisizione. Si poteva essere accusati di stregoneria anche per il semplice fatto di avere delle erbe in casa ed utilizzarle per scopi terapeutici.

Tanti furono i processi contro le streghe ma quello che fece più vittime si tenne a Salem e durò parecchio tempo, dal 1692 al 1693.

Federica Marchese

Le date e le informazioni relative all’articolo sono state tratte

dai seguenti siti web: www.cristianesimo.it e www.vanillamagazine.it

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