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2 GIUGNO 2023: LA REPUBBLICA ITALIANA COMPIE 77 ANNI

ALMANACCO

Oggi si celebra la nascita della Repubblica Italiana. Questo giorno è stato scelto perché il 2 giugno 1946 vi fu il referendum istituzionale con il quale il popolo italiano ha avuto la possibilità di scegliere la forma di governo per il proprio stato, preferendo la repubblica alla  monarchia.

Il referendum del 1946 è stato molto importante anche perché ha rappresentato una svolta per i diritti delle donne che finalmente poterono esprimere la loro opinione attraverso il voto, evento che prima di allora era impensabile. Le cittadine italiane si resero conto dell’importanza del momento e si recarono numerose alle urne raggiungendo quasi il numero di 13 milioni, mentre i votanti uomini furono meno di 12 milioni. Tina Anselmi, partigiana e prima donna a ricoprire la carica di ministro, parlando di quei giorni, disse: “E le donne fin dalle prime elezioni, parteciparono in maggior numero rispetto agli uomini, spazzando via le tante paura di chi temeva fosse rischioso dare a noi il diritto di voto perché non eravamo sufficientemente emancipate. […] E tuttora vedo con dispiacere che gli esami per noi non sono finiti. Come se essere maschio fosse un lasciapassare per la consapevolezza democratica” (da “2 giugno 1946, anche le donne al voto”, in www.cislscuola.it)

Il suffragio universale, che riconobbe il diritto di voto anche alle donne, era stato stabilito poco prima del referendum, il 16 marzo 1946, dal Governo De Gasperi.

Per ricordare la nascita del nostro Stato repubblicano, ogni anno a Roma si tengono delle grandi manifestazioni. Quest’anno, 77° anniversario della Festa della Repubblica, il via alle  celebrazioni sarà dato, come ogni anno, dal Presidente della Repubblica che deporrà all’Altare della Patria una corona d’alloro, rendendo così omaggio a tutti gli anonimi eroi caduti in difesa della patria. Quindi il Presidente della Repubblica Mattarella, insieme alle più alte cariche dello Stato, assisterà alla tradizionale Parata Militare che sfila per via dei Fori Imperiali. Negli ultimi anni la sfilata è stata semplificata, diminuendo il numero dei militari, per salvaguardare i monumenti antichi che venivano messi a rischio a causa delle vibrazioni create dal passaggio dei mezzi delle forze armate.

Bisogna sottolineare che la parata di via dei Fori Imperiali non celebra le imprese militari, ma piuttosto tutte le attività prestate dalle forze armate italiane in difesa del nostro territorio e della sua popolazione, nonché tutte le altre pacifiche attività, come quelle sportive, che hanno dato e danno lustro all’Italia. Infatti, di solito, oltre ai corpi d’armata, sfilano anche la Croce Rossa, la Protezione Civile e gli atleti olimpici e paralimpici. Inoltre anche le “Frecce Tricolori”, la pattuglia acrobatica dell’Aeronautica Militare, festeggia il 2 giugno con le sue incredibili evoluzioni nel cielo di Roma.

Nel pomeriggio del 2 giugno è prevista l’apertura al pubblico dei Giardini del Quirinale riservata a categorie di persone con fragilità e in concomitanza con l’apertura dei Giardini, per la prima volta si esibiranno al Quirinale il Coro Giovanile Italiano della Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali (Feniarco), la Banda Musicale Giovanile del Piemonte dell’Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome (ANBIMA) e, come lo scorso anno, la Banda Interforze (da “Quirinale: le iniziative per il 77° anniversario della Repubblica Italiana” in www.quirinale.it).

Infine, per la prima volta nella storia della festa della Repubblica, il Ministero della Cultura ha stabilito di consentire il libero accesso ai musei, alle aree archeologiche e ai complessi monumentali statali.

La festa del 2 giugno era stata soppressa nel 1977 a causa dell’elevato numero delle festività infrasettimanali che, in un periodo di grave crisi economica, incideva negativamente sulla produttività sia delle aziende sia degli uffici pubblici, ma nel 2001 l’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, la ripristinò. Il perché di una scelta così controversa, che comportava il rischio di essere accusati di militarismo o di becero nazionalismo, è stato spiegato dallo stesso Ciampi in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica nel 2016: “Sentivo di non poter tacere, come se avessi un appuntamento importante con la storia, un compito da svolgere anche in rappresentanza di chi non c’era più. Del resto sono nato a pochi anni dalla conclusione del primo conflitto mondiale e ho attraversato senza sconti tutto il periodo fascista. Non sono un guerrafondaio, e credo che la nostra Costituzione rappresenti una risposta compiuta agli orrori del Novecento, un tentativo di lasciare le guerre e la violenza fuori dall’orizzonte di chi è nato dopo” (UMBERTO GENTILONI, «Ciampi: “Così decisi che il 2 giugno doveva ridiventare una festa per tutti”», in la Repubblica del 2 giugno 2016). L’intervista si conclude con un commosso ricordo del presidente Ciampi di quel 2 giugno 2001, quando, dopo più di vent’anni, si celebrò nuovamente la Festa della Repubblica: “In macchina, avevo al mio fianco il ministro della Difesa Sergio Mattarella, andavamo su e giù nel percorso tra l’Eur e i Fori Imperiali circondati da una folla festosa di tutte le età, che ci incitava ad andare avanti, ringraziava, mi appariva contenta. Ci sentivamo italiani”.

di Riccardo Di Salvo

 

 

 

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